Ipertligliceridemia primaria e secondaria
In presenza di costanti episodi di trigliceridi alti nel sangue il soggetto va incontro alla condizione di ipertrigliceridemia in ambito medico si identifica la forma primaria e quella secondaria. Si parla di ipertligliceridemia primaria o familiare se si tratta di una condizione patologia che viene trasmessa a livello genetico, talvolta a questo carattere autosomico dominante si possono associare altri fattori che possono contribuire ad accentuare i livelli ematici di trigliceridi alti e tra le cause principali vanno menzionate l’obesità e la ridotta tolleranza al glucosio. Invece si viene ad evidenziare la forma di ipertrigliceridemia secondaria quando si registra un aumento secondario di questo gruppo di lipidi nel sangue, in tal caso però la componente genetica non assume alcun peso, ma intervengono delle cause di altro genere di solito si assiste ad una commistione di uno o più fattori di tipo: comportamentale, ambientale e patologico. Nel caso di ipertrigliceridemia secondaria il soggetto può essere affetto anche da: diabete mellito, sindrome nefrosica, insufficienza renale, obesità. Tra gli altri fattori da prendere in considerazioni ci sono poi: gli eccessi alimentari; abuso di alcol; assunzione di alcuni farmaci, per lo più corticosteroidi ed estrogeni. Maggiori informazioni si trovano su Tutti i modi per abbassare i trigliceridi.
Come ridurre i livelli di trigliceridi alti
Per curare i trigliceridi alti bisogna intraprendere un percorso alimentare, comportamentale e farmacologico adeguato. Il primo intervento da adottare è di tipo dietetico e consiste in una riduzione dell’apporto giornaliero di calorie , vanno così ridotti alimenti quali: carne rossa, pasta, pane, dolci, bevande zuccherate, bevande alcoliche; si consigliano invece porzioni di frutta e verdura per poter regolarmente raggiungere la quota giornaliera di fibra alimentare che ammonta a circa 30g al giorno; si deve poi promuovere il consumo di quegli alimenti che contengono acidi grassi essenziali ossia omega3, in particolare DHA ed EPA. Si consiglia poi di associare alla dieta un esercizio fisico da eseguire regolarmente in particolare nella fase post-prandiale quando si raggiunge il picco glicemico, viene indicata un’attivita leggera come ad esempio una passeggiata. Altre notizie su Dieta colesterolo trigliceridi: ridurre i grassi nel sangue.