• Basse concentrazioni di trigliceridi acido nicotinico

    Basse concentrazioni di trigliceridi acido nicotinico

    La condizione di ipotrigliceridemia, che si viene ad evidenziare in presenza di basse concentrazioni di trigliceridi nel sangue, può essere causata talvolta dall’assunzione di farmaci a base di acido nicotinico indicati in genere come trattamento per abbassare il colesterolo in particolare la colesterolemia LDL. Questo principio attivo di solito influenza anche la capacità di aumentare i livelli di HDL e di abbassare la trigliceridemia, ma quando viene utilizzata ad alte dosi la niacina può abbassare eccessivamente i trigliceridi; si possono anche registrare casi di epatotossicità nel caso di alterazione delle transaminasi. La niacina infatti fa parte della terapia che permette di abbassare il colesterolo attivandosi  a livello del tessuto adiposo, dove contrasta la lipolisi riducendo la concentrazione di acidi grassi che prendono parte alla produzione di trigliceridi a livello epatico, diminuendo la velocità di sintesi delle VLDL, precorritrici delle LDL, questo principio attivo è in grado di diminuire sostanzialmente il colesterolo cattivo aumentando quello buono. Questo presidio di tipo farmacologico viene spesso prescritto anche ai pazienti che hanno problemi di pressione sanguigna alta o con una malattia cardiaca. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Ipotrigliceridemia le possibili spiegazioni.

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  • Lipidosi: malattie da eccessivo accumulo di lipidi neutri

    Lipidosi cosa identifica

    Si indica con il termine lipidosi una serie di malattie caratterizzate da un eccessivo accumulo di lipidi neutri  da ascrivere ad un deficit nel processo di degradazione dei trigliceridi citoplasmatici e dal loro ammassamento sotto forma di organuli cellulari nella maggior parte dei tessuti. Attualmente in ambito clinico si vengono a distinguere due tipologie di malattie da accumulo di lipidi neutri: quella con ittiosi e la forma di lipidosi con miopatia. Le condizioni clinicamente più frequenti sono la forma di ittiosi generalizzata da ascrivere alla trasmissione autosomica recessiva tra cui si distingue la malattia da accumulo di lipidi neutri detta anche malattia di Dorfman-Chanarin causata dalle mutazioni del gene ABHD5 (3p21), mentre la miopatia da accumulo di lipidi neutri è causata dalle mutazioni del gene PNPLA2/ATGL. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Lipidi nel sangue: colesterolo buono e cattivo. Continue reading

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  • Vasculopatia periferica patogenesi

    Vasculopatia periferica patogenesi

    Tra le possibili complicanze legate ad una ripetuta condizione di livelli alti di lipidi ematici ci sono anche alcuni problemi relativi alla circolazione che possono causare forme di vasculopatia periferica con cui si fa riferimento ad una serie di patologie a carico della rete vascolare ad esclusione della circolazione cerebrale e coronarica. Questa complicanza determina nel paziente un deficit nell’apporto di ossigeno ai tessuti rispetto al consumo richiesto una condizione definita ischemia, a causa di tale insufficienza si vengono a delineare diversi disturbi tra loro connessi a partire da varie reazioni a livello cellulare che terminano con la manifestazioni di sintomi tra cui ulcere, gangrene e dolore; nello specifico i segni clinici più tipici sono rappresentati da: intorpidimento, dolore, ipertensione arteriosa. L’insorgenza di alterazioni di tipo occlusivo-trombotico a livello linfatico o venoso può dipendere da diversi fattori di rischio tra cui i più caratteristici sono rappresentati da motivi quali: età, sesso, familiarità, fumo, sedentarietà, diabete mellito, obesità, dieta scorretta. Per ulteriori notizie si rinvia alla lettura dell’articolo Lipidi nel sangue: colesterolo buono e cattivo. Continue reading

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  • Xantelasmi cause e significato clinico

    Xantelasmi cause e significato clinico

    In presenza di trigliceridi in eccesso comuni a diverse forme di dislipidemie si possono formare dei depositi di grasso nel tessuto sottocutaneo detti xantomi che si localizzano principalmente sui tendini, quando invece i depositi di lipidi si localizzano in sede parapalpebrale si fa riferimento a tali depositi con il nome di xantelasmi che si vengono a formare nel caso si una concentrazione elevata di trigliceridi e di colesterolo. Le escrescenze di grasso tendono a comparire di solito sopra oppure intorno alle palpebre senza determinare altri sintomi, per cui il disagio per il paziente è solo di tipo estetico dal momento che si tratta di formazioni nodulari biancastre o giallastre alquanto antiestetiche. Dal punto di vista clinico la formazione di xantelasmi costituisce un dato rilevante a livello diagnostico visto che è una manifestazione sintomatologica che fa sospettare nel paziente una condizione di ipercolesterolemia in quanto le escrescenze derivano dall’accumulo di esteri della colesterina in alcune cellule schiumose posizionate nel derma reticolare delle palpebre superiori ed inferiori. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Lipidi nel sangue: colesterolo buono e cattivo.

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  • Olio d’oliva ipertensione arteriosa

    Olio d’oliva ipertensione arteriosa: effetti positivi

    Tra gli alimenti fondamentali alla base della dieta mediterranea l’olivo d’oliva, Olea europea, costituisce un ingrediente principe dalle numerose proprietà alimentari e curative, in particolare le sue proprietà sono utili nel trattamento dell’ipertensione arteriosa, nello specifico poi permette di migliorare i disturbi associati a tale patologia come la cefalea, le vertigini ed il ronzio; l’uso di questo prodotto offre un riscontro positivo anche nei confronti delle malattie cardiovascolari e nella cura dei pazienti affetti da diabete non insulino dipendente dal momento che attiva un’azione ipoglicemizzante. Per scongiurare l’insorgenza delle malattie cardiovascolari bisogna contrastare l’arterosclerosi, patologia cronico-degenerativa sistemica e multifattoriale, considerata uno dei fattori responsabili di tali condizioni patologiche, per arrestare l’evoluzione di tali malattie bisogna ridurre il livello di trigliceridi a livello ematico attraverso un adeguato apporto di grassi assunti nella dieta. L’eliminazioni di condimenti a base di grassi insaturi in favore dell’olio di oliva, meglio se extravergine, rappresenta una buona strategia dietetica che si bassa essenzialmente per l’assunzione di una naturale fonte di grassi che esplica un’azione anti-ipertensive ed allo stesso tempo permette di normalizzare la concentrazione di colesterolo, agendo soprattutto sui livelli della frazione cattiva. Il costante consumo di olio di oliva nella propria alimentazione favorisce la regolazione  del bilancio lipidico sanguigno ed allo stesso modo svolge un’azione protettiva sulle arterie. Altre notizie su Trigliceridi alti semi oleosi proprietà utili. Continue reading

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  • Trigliceridi alti semi oleosi proprietà utili

    Trigliceridi alti semi oleosi

    Quando si rilevano valori di trigliceridi alti in associazione a livelli elevati di colesterolo totale è opportuno modificare apportare delle modifiche nella propria dieta introducendo alcuni cibi benefici, tra cui i semi oleosi quali: semi di lino, di girasole, di sesamo, di zucca; è utile inoltre consumare regolarmente la frutta secca a guscio detta propriamente frutta oleosa, si tratta di noci, nocciole, mandorle, anacardi, arachidi. Quando il quadro clinico presenta una concentrazione ematica di lipidi superiore ai valori del range di riferimento, il soggetto è maggiormente esposto al rischio di occlusione dei vasi e di andare incontro a disturbi di circolazione e problematiche cardiache. Per ridurre la concentrazione di lipidi a livello ematico sono utili i semi oleosi e la frutta secca in quanto fonti di grassi capaci di ridurre i livelli del colesterolo e dei trigliceridi, ma anche per migliorare il quadro sintomatologico connesso a patologie cardiovascolari e diabetiche; in più queste sostanze nutritive costituiscono anche una buona fonte di energia, vitamine, proteine e fibre. Maggiori informazioni si trovano su Alti livelli di trigliceridi disfunzioni del metabolismo glucidico. Continue reading

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  • Condizione di insulino-resistenza

    Condizione di insulino-resistenza cosa può determinare

    Il sovrappeso e l’obesità sono tra i principali fattori che possono evidenziare la condizione di insulino-resistenza, con cui si fa riferimento ad una resistenza all’azione dell’insulina in questo caso il glucosio e gli altri nutrienti presenti nel cibo vengono normalmente assorbiti attraverso l’intestino ed entrano nel flusso del sangue, quando si registra un aumento dei livelli di glucosio nel sangue il pancreas ha il compito di  secernere insulina. Questo ormone ha il compito di segnalare alle cellule dell’organismo di far entrare il glucosio che costituisce la fonte di energia per l’intero organismo. In presenza di una condizione di insulino-resistenza, le cellule dell’organismo non sono in grado di rispondere in maniera corretta all’insulina, in più la loro capacità di far entrare il glucosio viene ridotta. A causa di tale deficit, il pancreas produce una quantità maggiore di insulina per stimolare le cellule a far entrare il glucosio per tale ragione i livelli di insulina nel sangue risultano più alti rispetto al normale. Maggiori notizie si trovano su Iperlipidemie congenite: la dislipidemia familiare. Continue reading

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  • Farmaci ipolipemizzanti: la loro azione

    Farmaci ipolipemizzanti

    Quando il tasso di colesterolo, in particolare quello LDL, non si attesta sui livelli normali il medico può prescrivere  come terapia l’assunzione di farmaci ipolipemizzanti dal momento che sono in grado di ridurre la concentrazione dei lipidi nel sangue. Si tratta dunque di presidi medici che abbassano il colesterolo cattivo e sono ben tollerati dai pazienti, ed il trattamento di elezione è costituito dall’assunzione di statine, questa categoria di farmaci ipolipemizzanti è nota anche con il nome di inibitori dell’enzima HMG-CoA reduttasi, questo perché la sua azione è volta ad inibire la sintesi del colesterolo nel fegato, bloccando l’attività di un enzima che svolge un ruolo chiave nella sintesi  dei grassi organici ovvero il 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A reduttasi , o più comunemente HMG CoA reduttasi. Ne segue un’aumentata produzione di recettori LDL per soddisfare lo specifico fabbisogno di colesterolo dell’organismo: le cellule riescono a prelevare una maggiore quantità di colesterolo LDL dal sangue, abbassando i valori di colesterolo. Dati clinici dimostrano che con questa terapia basata sulle statine, il cui principio attivo presenta la massima proprietà ipolipemizzante, si scongiura l’insorgenza dell’aterosclerosi in quanto viene rallentata l’evoluzione delle placche aterosclerotiche e si riducono gli eventi cardiovascolari e la mortalità. Maggiori notizie su Colesterolo e trigliceridi gli effetti positivi della Caigua. Continue reading

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  • Iperlipidemie congenite: la dislipidemia familiare

    Iperlipidemie congenite: disordini di tipo genetico

    La condizione di dislipidemia, ovvero di alterazione della quantità di lipidi normalmente presenti nel sangue, può essere dovuta anche a fattori ereditari per cui si parla di iperlipidemie congenite che vengono diagnosticate in presenza di un livello alterato di colesterolo e/o di trigliceridi nel sangue. Rientra in questa classe di disturbi la cosiddetta dislipidemia familiare, un disordine di tipo genetico che si traduce in deficit di produzione o di funzionalità delle molecole responsabili del metabolismo dei lipidi. Come conseguenza diretta, i soggetti affetti da dislipidemia familiare evidenziano a livello ematico la presenza di elevati livelli di una o più frazioni lipoproteiche a cui si associa un alto rischio di sviluppare alcune malattie cardiovascolari. Per poter rilevare in modo corretto il quadro lipidico di un soggetto si deve valutare  il valore plasmatico dei lipidi e delle frazioni lipoproteiche, prima dell’esame il paziente deve rimanere a digiuno da almeno 12 ore per una diagnosi più efficiente, inoltre si esegue il dosaggio del colesterolo HDL e di quello LDL. Maggiori informazioni si trovano su Lipidogramma concentrazione di sostanze grasse nel sangue. Continue reading

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  • Quadro clinico dell’ipertensione: come si evidenzia

    Quadro clinico dell’ipertensione

    Quando un soggetto ha la pressione alta delineando il quadro clinico dell’ipertensione, si trova nella condizione in cui il cuore deve faticare di più per spingere il sangue in circolo provocando danni di diversa entità ai vasi arteriosi, a partire dalle arteriole più piccole. Una persona è ipertesa quando si registra per un periodo di tempo prolungato una pressione arteriosa più alta del normale, nello specifico la pressione arteriosa minima, ovvero quella diastolica, risulta  superiore a 90 mmHg e quella massima, la sistolica, supera costantemente i 140 mmHg. In ambito clinico si distinguono due tipi di ipertensione arteriosa: quella più comune definita essenziale, della quale non sono state individuate le cause per cui si tratta di una patologia idiopatica connessa a fattori quali familiarità, abitudini alimentari, sovrappeso, squilibri ormonali; l’altra forma, che è poco diffusa, è detta invece secondaria in quanto si evidenzia in associazione a patologie renali o cardiache. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Trigliceridi alti rischio cardiovascolare. Continue reading

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