• Tessuto adiposo: le conseguenze dell’aumento

    Tessuto adiposo composizione

    Il principale deposito di trigliceridi che si riscontra nell’uomo è rappresentato dal tessuto adiposo, formato dalle cellule adipociti che prendono parte alla produzione dei trigliceridi ed al loro rilascio come glicerolo ed acidi grassi. Attraverso la nutrizione si immagazzinano i lipidi nel tessuto adiposo ed in tal caso si parla di lipidi di origine esogena, a cui si aggiunge poi una frazione di derivazione endogena che vengono sintetizzati all’interno degli adipociti; sotto la cute gli stessi adipociti si raggruppano costituendo uno strato di tessuto adiposo sottocutaneo detto ipoderma. Il tessuto adiposo oltre a contenere trigliceridi, presenta altre componenti quali: collagene, glicogeno, acqua. Lo spessore e la distribuzione del tessuto adiposo sottocutaneo nelle donne tende a localizzarsi specificatamente in zone quali: l’addome al di sotto dell’ombelico, nelle anche, nelle natiche, sulle cosce; invece negli uomini la massa adiposa ha una concentrazione di tipo androide per cui tende ad evidenziarsi principalmente su: viso, collo, addome al di sopra dell’ombelico, spalle. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Alti livelli di trigliceridi disfunzioni del metabolismo glucidico. Continue reading

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  • Insufficienza pancreatica esocrina eziologia

    Insufficienza pancreatica esocrina: cause e sintomi

    Il malassorbimento dei lipidi è una manifestazione tipica dell’insufficienza pancreatica esocrina, una condizione patologica che determina appunto un’alterata produzione ed anche dei deficit nella fasa di degradazione degli enzimi pancreatici, ne derivano così episodi di malassorbimento delle sostanze nutritive, ma anche casi di cattiva digestione. Questa condizione patologica che colpisce il pancreas altera la sua funzionalità: il compito principale di questa ghiandola è quello di prendere parte attiva alla fase della digestione, produce inoltre enzimi ed ormoni digestivi, tra cui l’insulina che permette di metabolizzare gli zuccheri nel sangue; le cellule di questa ghiandola producono poi quotidianamente i succhi pancreatici che si riversano nel duodeno, bilanciando l’acidità sei succhi gastrici e favorendo il metabolismo delle sostanze nutritive quali proteine, carboidrati e grassi. L’insufficienza pancreatica esocrina può essere provocata da diverse condizioni patologiche, nella maggior parte dei casi questa patologia viene scatenata da: pancreatite acuta o cronica, neoplasie del pancreas, fibrosi cistica. I  soggetti colpiti da tale patologia evidenziano sintomi quali: dolore e crampi addominali, digestione inadeguata dei lipidi, perdita di peso, steatorrea ossia eccessiva presenza di grassi nelle feci che appaiono untuose. Maggiori notizie su Lipidogramma concentrazione di sostanze grasse nel sangue. Continue reading

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  • Alti livelli di trigliceridi disfunzioni del metabolismo glucidico

    Alti livelli di trigliceridi disfunzioni del metabolismo glucidico

    Se per periodi prolungati si registrano alti livelli di trigliceridi nel sangue, tale condizione può rappresentare  un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, arteriosclerosi e disfunzioni del metabolismo glucidico. La misurazione dei trigliceridi a livello ematico fa parte dell’insieme di esami che delineano il profilo lipidico, con cui è possibile rilevare i valori del colesterolo totale, HDL (colesterolo buono) e LDL (colesterolo cattivo) ma che permette anche si determinare il rischio cardiovascolare. Il soggetto che evidenzia un aumento dei lipidi nel sangue può andare incontro a diverse condizioni patologiche tra cui il diabete, di fatto l’ipertrigliceridemia è direttamente legata ad alcune disfunzioni del metabolismo glucidico che possono causare l’aumento dei valori di glicemia a digiuno, ma possono anche determinare casi di intolleranza glucidica oppure sviluppo del diabete di tipo 2. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura di Trigliceridi alti diabete di tipo 2: la relazione. Continue reading

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  • Colesterolo e trigliceridi gli effetti positivi della Caigua

    Colesterolo e trigliceridi gli effetti positivi della Caigua

    Diverse piante e rimedi naturali determinano una serie di benefici sui livelli di colesterolo e trigliceridi bisogna citare gli effetti positivi della Caigua, il cui nome botanico è Cyclantera pedata, appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee. Questa pianta, diffusa soprattutto in Perù ed in diverse regioni del Sudamerica, è nota perché favorisce la riduzione dell’obesità ed in particolare dei livelli di colesterolo nel sangue: studi sperimentali hanno riscontrato dei dati più che positivi che evidenziano una riduzione del 23% del colesterolo cattivo, ma allo stesso tempo i soggetti che assumono questa pianta presentano allo stesso tempo un aumento dei livelli del colesterolo buono. Oltre a fungere da regolatore dei livelli del colesterolo buono e cattivo, la Caigua favorisce il miglioramento delle condizioni di salute dei pazienti colpiti da malattie coronariche e cardiache, inoltre sono stati evidenziati di recente dei risultati positivi nel trattamento del diabete. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Trigliceridi dieta mediterranea: quali benefici garantisce.

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  • Trigliceridi dieta mediterranea: quali benefici garantisce

    Trigliceridi dieta mediterranea

    Per mantenere il livello dei trigliceridi nel range di riferimento considerato normale, si raccomanda l’assunzione di un regolare apporto di calorie giornaliere affidandosi principalmente ad un regime alimentare bilanciato di cui è un buon esempio la dieta mediterranea. Nella maggior parte dei casi l’aumento dei trigliceridi nel sangue è da ascrivere a delle scorrette abitudini alimentari per questa ragione la prima cosa da fare è quella seguire un’alimentazione ipocalorica e sana, senza trascurare l’attività fisica, che a sua volta gioca un peso significativo. Incentrare l’alimentazione sul modello della dieta mediterranea vuol dire non solo ridurre l’apporto calorico giornaliero ma anche ripartire equamente i carboidrati, i grassi e le proteine nell’arco di tutta la giornata. Inoltre chi segue questo regime alimentare deve imparare a consumare dei pasti caratterizzati da un piatto unico ed un contorno, si intende per piatto unico quello composto da una porzione di carboidrati in abbinamento ad una porzione di proteine, ossia la pasta oppure il riso con legumi o pesce; per quanto riguarda invece il condimento si consiglia la verdura, gli ortaggi, l’insalata. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Ridurre i grassi nell’alimentazione: indicazioni dietetiche. Continue reading

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  • Ipotrigliceridemia le possibili spiegazioni

    Ipotrigliceridemia: fattori eziologici

    Adottando la specifica terminologia medica, l’ipotrigliceridemia indica una condizione caratterizzata da bassi livelli di trigliceridi nel sangue, i cui valori risultano in genere inferiori ai 50 mg/dL. A differenza dell’ipertrigliceridemia le basse concentrazioni di questa categoria di lipidi a livello ematico non rappresenta un fattore preoccupante, anche se il monitoraggio potrebbe far rilevare alla base di tali valori una malattia sottostante, per cui se tale condizione tende a protrarsi nel tempo raggiungendo delle soglie alquanto basse è opportuno indagare bene il problema. Diversi fattori sia di tipo fisiologico che di carattere patologico possono incidere sui risultati di tale parametro determinando un calo di lipidi più o meno significativo, di solito le cause più preoccupanti si registrano in relazioni a delle patologie tra cui alcuni disordini metabolici su base genetica come l’abetalipoproteinemia e l’ipobetalipoproteinemia. Ulteriori notizie si trovano su Lipidogramma concentrazione di sostanze grasse nel sangue. Continue reading

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  • Lipidogramma concentrazione di sostanze grasse nel sangue

    Lipidogramma concentrazione di sostanze grasse nel sangue

    Attraverso l’esecuzione dell’esame di laboratorio del lipidogramma è possibile valutare la concentrazione  di sostanze grasse nel sangue, nello specifico viene indicato il tracciato elettroforetico delle lipoproteine, l’esame permette di rilevare elementi diagnostici utili per prevenire l’insorgenza dell’aterosclerosi e le malattie ad essa correlate. Con questo esame è possibile inoltre monitorare i valori del colesterolo ematico, sia della frazione LDL che di quella HDL, il test permette di rilevare anche i livelli dei trigliceridi sierici. A livello ematico i lipidi sono presenti sotto forma di complessi lipoproteici, ossia di lipoproteine, che a loro volta sono composti da un diverso contenuto proteico, questa quota proteica rende le molecole elettricamente cariche permettendo così la separazione tramite l’elettroforesi. Per poter eseguire questo esame di laboratorio si parte da un campione di sangue venoso, per poi procedere con alla sedimentazione della parte corpuscolata dal plasma, che si effettua aggiungendo una sostanza anticoagulante nella provetta. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Trigliceridi alti lipoproteine.

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  • Colesterolo endogeno come viene sintetizzato

    Colesterolo endogeno

    La quota di colesterolo prodotta propriamente dall’organismo umano viene definito colesterolo endogeno, in condizioni di normalità una persona adulta è in grado di produrre in media 600-1000 mg di colesterolo endogeno al giorno, tale concentrazione influisce significativamente sui valori plasmatici di colesterolo. La sintesi endogena può subire delle mutazioni, si tratta di spontanei adattamenti da parte dello stesso organismo sulla base dell’apporto alimentare e dei livelli dei lipidi a livello ematico, questo si traduce in un rallentamento della produzione della quota di colesterolo endogena viene qualora la concentrazione di colesterolo ricavato dagli alimenti risulta superiore, in caso contrario la sintesi endogena può subire un’accelerazione. Nei soggetti sani i valori del colesterolo non variano oltre il ± 15% in relazione alle modifiche dell’apporto dietetico, si possono però verificare delle alterazioni che comportano un livello di colesterolo endogeno superiore alla norma delineando la condizione di ipercolesterolemia. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Fattori di rischio dell’ipercolesterolemia e predisposizioni. Continue reading

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  • Trigliceridi alti lipoproteine

    Trigliceridi alti lipoproteine: rischio cardiovascolare

    I trigliceridi alti non rappresentano sempre un fattore di rischio cardiovascolare, questo fattore è strettamente connesso con il tipo di lipoproteine in cui i trigliceridi sono prevalentemente stoccati: questi lipidi si concentrano principalmente all’interno di chilomicroni, VLDL e ILDL. Con il termine lipoproteina si fa riferimento ad un composto di biomolecole idrofobe ed anfipatiche che hanno il compito di raccogliere e trasportare i lipidi, in particolare i trigliceridi, il colesterolo ed il colesterolo esterificato. Rientrano nella classificazione delle lipoproteine alcuni enzimi, gli antigeni, le adesine, le proteine strutturali, le tossine. In genere le lipoproteine VLDL e soprattutto le IDL sono considerate delle sostanze aterogeniche, ossia dimostrano di avere la capacità di attivare oppure di accelerare un processo di formazione di grassi depositati nelle arterie, nello specifico il processo aterogeno aumenta con il diminuire della dimensione delle lipoproteine. Per approfondimenti si rimanda alla lettura dell’articolo Trigliceridi alti fibrinolisi: cosa implica per la salute. Continue reading

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  • Prugnolo per ridurre il livello di trigliceridi alti

    Prugnolo per ridurre il livello di trigliceridi alti

    Tra i rimedi di medicina domestica il prugnolo (Prunus amygdalus) viene indicato per placare diversi disturbi ma anche per ridurre il livello di trigliceridi alti. Il pruno selvatico, o prugnolo, è un arbusto spinoso di cui si utilizzano in campo erboristico i fiori ed i frutti ma anche le gemme, la corteccia e le foglie in queste parti infatti si concentrano le sue proprietà astringenti, depurative, toniche, lassative e diuretiche; inoltre questa pianta ha la capacità di ridurre le betalipoproteine, abbassare i valori dei trigliceridi e quelli del colesterolo totale. È necessario abbassare i trigliceridi alti perché rappresentano la principale componente del tessuto adiposo, che fornisce non solo una valida fonte di energia ma anche la fonte di grasso. In caso di ipertrigliceridemia ed ipercolesterolemia tra i rimedi di tipo fitoterapico si raccomanda l’assunzione del prugnolo una pianta che ha la capacità di ridurre i valori ematici dei trigliceridi e del colesterolo totale. Come trattamento si indica di assumono le gemme alla 1DH: 50-100 gocce una volta al giorno in caso di ipertrigliceridemia e di ipercolesterolemia, per la corretta posologia e dosaggio è comunque opportuno chiedere un consulto al proprio naturopata di fiducia. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Trigliceridi alti soia: l’utilità della lecitina. Continue reading

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