• Triacilglicerolo lipasi adipocitaria il suo ruolo nel processo di idrolisi dei trigliceridi

    Triacilglicerolo lipasi adipocitaria il suo ruolo nel processo di idrolisi dei trigliceridi

    Nel tessuto adiposo bianco sono presenti gli acidi grassi in forma di trigliceridi, formando la principale riserva di energia per l’uomo che si serve del processo di idrolisi dei trigliceridi da cui deriva la liberazione in circolo di acidi grassi; ed infatti nel tessuto adiposo bianco si verifica l’azione sequenziale di ATGL, HSL e MGL che provoca l’idrolisi dei trigliceridi. Delle lipasi neutre, il triacilglicerolo lipasi adipocitaria svolge un ruolo importante nel catabolismo dei trigliceridi, ed infatti gli esseri umani con mutazioni a carico del gene che lo codifica risentono di alcune anomalie che provocano un accumulo sistemico di trigliceridi e cardiomiopatia. Lo studio di questi deficit ha permesso di rilevare che l’attività dell’enzima è necessaria per determinare la mobilizzazione dei trigliceridi nei tessuti adiposi e non adiposi, nello specifico questo enzima viene codificato da un gene localizzato sul cromosoma 11p15.5, appartiene alla famiglia delle proteine contenenti un dominio patatina, tra cui si ritrovano 9 membri umani e 8 murini. Nello specifico questo enzima catalizza il primo passaggio del processo do idrolisi dei trigliceridi da cui si ottiene la formazione di diacilgliceroli (digliceridi o DAG) ed acidi grassi. Se si vogliono reperire altre informazioni si rimanda alla lettura di http://www.tuscany-diet.net/lipidi/lipolisi/. Continue reading

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  • Malattia di Gaucher quadro patologico

    Malattia di Gaucher quadro patologico

    In presenza di anomalie congenite che riguardano il metabolismo degli sfingolipidi, una classe di lipidi, possono sorgere delle sfingolipidosi ovvero delle malattie monogeniche autosomiche recessive, caratterizzate dall’accumulo lisosomiale di gangliosidi, tra cui la malattia di Gaucher una condizione da ascrivere alla mutazione del gene per la β-glucosidasi. I pazienti colpiti da questa alterazione risentono dell’accumulo di glucosilceramide nei lisosomi dei macrofagi, nello specifico la causa si rileva nelle anomalie di un gene sito sul braccio corto del cromosoma 1, sorgono così delle anomalie a carico dell’enzima o della sostanza che lo attiva. Questa condizione patologica con trasmissione genetica autosomica recessiva, determina dei caratteristici segni clinici quali: frequenti emorragie, splenomegalia, astenia, diarrea, osteopenia, atrofia muscolare, strabismo; talvolta quando il quadro patologico assume un decorso più severo possono manifestarsi anche convulsioni, demenza, atassia. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura di Disordini del metabolismo lipidico. Continue reading

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    La diagnosi e il trattamento dell’ernia inguinale

    La diagnosi e il trattamento dell’ernia inguinale

    L’ernia inguinale è un rigonfiamento viscerale che avviene nel canale inguinale. È opportuno non sottovalutare il problema anche se in alcuni momenti della giornata il dolore sembra attenuarsi. Una diagnosi accurata e un trattamento adeguato permette di risolvere il problema, ma è necessario affidarsi a medici specializzati e competenti.

    Come diagnosticare l’ernia inguinale

    La prima persona che si accorge dell’esistenza di un problema è naturalmente il paziente che soffre del disturbo. I dolori nella zona inguinale diventano sempre più forti e si attenuano soltanto quando si assume una posizione supina o sdraiata.

    L’ernia inguinale ha una sintomatologia che comprende anche disturbi come affaticamento, nausea, vomito e naturalmente il rigonfiamento che si manifesta in prossimità dell’inguine.

    Una diagnosi precisa è possibile soltanto dopo una visita dettagliata effettuata da un medico specializzato, che, come primo intervento diagnostico, si preoccupa di conoscere la storia del paziente. Un’attenta anamnesi consente di stabilire le eventuali cause e l’evoluzione del problema, ma non basta per individuare la gravità dell’ernia.

    Una delle tecniche più efficaci per classificare il tipo di ernia è l’ecografia inguinale. Attraverso questo specifico esame si può valutare l’esatta posizione del rigonfiamento, le sue dimensioni e la presenza di eventuali fattori di sofferenza relativi ai linfonodi. La sua utilità è evidente anche nell’individuazione di recidiva.

    Come e perché intervenire sull’ernia inguinale

    I medici consigliano sempre di intervenire precocemente sull’ernia inguinale, per ripristinare le normali attività quotidiane del paziente ed attenuare i fastidi più o meno dolorosi che comporta la patologia.

    Uno dei motivi che spinge il personale medico a intervenire chirurgicamente è il forte rischio di complicazioni che può derivare da un caso di ernia inguinale non trattato:

    • Aumento del rigonfiamento. L’ernia inguinale se non viene curata tende ad aumentare le proprie dimensioni, provocando un aumento dei dolori localizzati nella zona interessata, che in alcuni casi diventano insopportabili.
    • Ernia strozzata. Quando il rigonfiamento si trasforma in un’ernia strozzata significa che il sangue non può correttamente giungere all’intestino in modo fluido e si ostruiscono i vasi sanguigni. In questi casi bisogna intervenire d’urgenza per la pericolosità della situazione.

    L’intervento chirurgico rappresenta la soluzione più veloce e indolore per evitare queste gravi complicazioni e ritornare alla routine quotidiana.

    trattamenti chirurgici più frequenti sono la laparoscopia, spiegata nel dettaglio al seguente indirizzo

    www.internationalherniacare.com/lernia/ernia-inguinale

    e gli interventi chirurgici tradizionali. Entrambe le operazioni sono molto veloci, perché richiedono circa 30-45 minuti di intervento e non hanno dei tempi di recupero lunghi.

     

     

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  • Aumento dei livelli di trigliceridi niacina

    Aumento dei livelli di trigliceridi niacina

    Da diverse ricerche è emerso che è possibile contrastare l’aumento dei livelli di trigliceridi attraverso il ricorso alla niacina, tenendo a bada la condizione di ipertrigliceridemia si riduce il rischio significativo di malattie cardiovascolari, anche se i livelli di colesterolo LDL sono normali. In base ai dati emersi da una ricerca scientifica pubblicata sull’Archives of Internal Medicine è stato dimostrato che la niacina (vitamina B3) è in grado di ridurre i livelli di trigliceridi (favorendo una riduzione dal 30% al 50 %), allo stesso tempo questa sostanza sarebbe capace di aumentare i livelli di colesterolo HDL agevolando anche una riduzione importante del colesterolo LDL . Secondo questa ricerca, la terapia a base di niacina contro l’ipertrigliceridemia deve essere adottata solo sotto la supervisione di un medico, si tratta di un approccio terapeutico che favorisce un miglioramento delle alterazioni a carico delle lipoproteine; questa sostanza permette così di ottenere dei cambiamenti importanti sui livelli dei lipidi sierici a cui si associa un miglioramento degli stati clinici di malattia coronarica. Per approfondimenti su questo argomento si rimanda alla lettura di Riduzione dei trigliceridi e del colesterolo olio di canoa. Continue reading

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  • Riduzione dei trigliceridi e del colesterolo olio di canoa

    Riduzione dei trigliceridi e del colesterolo olio di canoa

    Sempre più spesso si ricorre ad alcuni arccorgimenti di tipo dietetico per risolvere alcune patologie, e per favorire la riduzione dei trigliceridi e del colesterolo si consiglia di usare l’olio di canoa che è un tipo di olio di colza prodotto dai semi di questa pianta appartenente alla famiglia delle Brassicaceae. Grazie a diversi studi scientifici è emerso che questo olio vegetale possiede diversi benefici ed effetti positivi per la salute in quanto si tratta di un prodotto caratterizzato da una bassa concentrazione di grassi saturi mentre si rileva una buona concentrazione di grassi polinsaturi (Omega 3 e Omega 6) i quali favoriscono la riduzione dei trigliceridi e del colesterolo, ma allo stesso tempo si può ottenere un’azione positiva nei confronti della pressione arteriosa. Inoltre nella composizione dell’olio di canoa si concentrano altre sostanze nutritive quali vitamina E e vitamina K. Continue reading

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  • Desmosterolosi quadro patologico

    Desmosterolosi quadro patologico

    Una rara malattia metabolica come la desmosterolosi, ancora sottoposta ad indagini per identificare la sua corretta genesi, si presenta come un difetto nella sintesi del colesterolo, ciò determina un accumulo di uno dei prodotti intermedi ossia il desmosterol in diversi distretti: nel sangue, nel cervello, nel fegato, nei tessuti. Si ritiene che la malattia sia da ascrivere ad un difetto a carico dell’enzima 24-dehydrocholesterol reduttasi (DHCR24), che assume un ruolo importante per il metabolismo del colesterolo, ma attualmente non è ancora nota con certezza la stessa origine genetica della malattia, dal momento che non è stato appurato se il difetto insorge in maniera spontanea oppure se vieneereditato con modalità autosomica recessiva per cui se entrambi i genitori sono portatori sani del difetto, ogni figlio ha il 25% di probabilità di ricevere questa mutazione genetica. Si ipotizza che si tratta di una patologia a trasmissione autosomica recessiva ed allo stesso tempo in campo medico si pensa che dal punto di vista biochimico la mutazione è dovuta ad un errore congenito della sintesi del colesterolo con aumento di desmosterolo a cui fa eco una sostanziale riduzione dei livelli del colesterolo. Continue reading

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  • Tai Chi ridurre il colesterolo totale ed i trigliceridi nel sangue

    Tai Chi ridurre il colesterolo totale ed i trigliceridi nel sangue

    Una semplice disciplina caratterizzata da lenti ed armoniosi movimenti circolari come il Tai Chi è in grado di apportare diversi benefici alla salute e tra le recenti virtù che sono state attribuite alla pratica dell’antica arte marziale cinese bisogna segnalare la capacità di ridurre il colesterolo totale ed i trigliceridi nel sangue. Ma come può il Tai Chi abbassare i livelli di lipidi ematici? Una documentata ricerca condotta in Cina ha indicato i benefici da attribuire alla pratica costante e regolare della disciplina di origine cinese ormai nota ed apprezzata in tutto il mondo; dallo studio, che costituisce una meta-analisi, è emerso che la pratica del Tai Chi può ridurre i livelli di colesterolo totale e di trigliceridi nel sangue, senza influire però sulla concentrazione ematica delle lipoproteine LDL e HDL. I ricercatori cinesi che hanno condotto lo studio sono partiti dall’analisi di numerosi studi per risalire al possibile legame tra grassi presenti nel sangue e la disciplina cinese, a questa indagine effettuata nell’ambito della letteratura scientifica è stata affiancato poi lo studio diretto su un campione di 445 soggetti che sono stati monitorati per un periodo di circa 12 settimane. Continue reading

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  • Migliorare il profilo lipidico del sangue omega 3 e steroli vegetali

    Migliorare il profilo lipidico del sangue omega 3 e steroli vegetali

    Per migliorare il profilo lipidico del sangue da diverse ricerche è emerso che è opportuno assumere regolarmente delle dosi di omega 3 e steroli vegetali che consentono di ridurre i livelli di colesterolo e di trigliceridi, prevenendo così il rischio cardiovascolare in quanto gestire una concentrazione troppo alta di lipidi nel sangue espone il soggetto allo sviluppo di coronaropatie. Tra le diverse ricerche scientifiche che si sono concentrate su questo tema, bisogna menzionare lo studio condotto da un team di ricercatori dei Paesi Bassi in collaborazione con scienziati svedesi e pubblicato sulla rivista Journal of Nutrition, in base ai dati resi noti è stata notato un significativo calo dei livelli dei trigliceridi e di colesterolo cattivo nei pazienti che si sono sottoposti in via sperimentale alla somministrazione contemporanea di DHA (acido docosaesaenoico), EPA (acido eicosapentaenoico) e steroli: in questi soggetti si è registrata una riduzione della concentrazione di trigliceridi compresa tra il 9 e il 16% e del colesterolo del 13%. Continue reading

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  • TMAO aumento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari

    TMAO aumento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari

    Un gruppo di ricercatori della Cleveland Clinic, in Ohio, ha scoperto che delle sostanze contenute in alcuni alimenti, vengono trasformate dai batteri dell’intestino in sostanze pericolose per la salute dell’uomo come il TMAO (trimetilammina-N-ossido) che provocherebbe un aumento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. In base alle indagine condotte dai ricercatori sui topi è stato evideziato che l’aumento del rischio cardiovascolare sarebbe da imputare all’influenza negativa del TMAO (presente nelle carni, nel pesce fresco, in bibite energetiche, in integratori) esercitata sul metabolismo del colesterolo, da cui dipenderebbe la formazione di placche aterosclerotiche. Il TMAO deriva dal metabolismo della carnitina da parte di alcuni batteri intestinali, la concentrazione di carnitina che non viene assorbita nel tenue viene digerita da alcuni batteri presenti nel colon. I livelli di batteri produttori di TMAO nella flora intestinale risultano alquanto numerosi nei soggetti che sono soliti consumare carne rossa, invece questi batteri sono meno presenti nell’intestino di soggetti latto-ovo-vegetariani e nei vegani. La carnitina viene convertita dal microbiota in trimetilammina che a sua volta viene ossidata nel fegato in TMAO entrando nel flusso sanguigno, per questa ragione può causare un eccessivo accumulo di colesterolo nelle cellule infiammatorie che formano la placca aterosclerotica nelle arterie esponendo il soggetto ad un maggiore rischio di andare incontro ad attacco di cuore ed ictus. Continue reading

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  • Yucca in caso di ipercolesterolemia

    Yucca in caso di ipercolesterolemia

    La presenza delle saponine fa acquisire ad una pianta come la yucca la capacità di ridurre i livelli di colesterolo presenti nel sangue, in questo caso è un naturale rimedio a cui far ricorso in caso di ipercolesterolemia, per ottenere questo effetto si raccomanda l’assunzone adrguata di saponine nella dieta. Inoltre questa agavacea originara delle Americhe viene consigliata a chi svolge un’intensa attività sportiva, la yucca combatte il mal di testa, l’ipertensione, l’artrite, disturbi all’apparato gastrointestinale (la pianta è indicata a chi soffre di gastrite ed ulcera); da recenti indagini scientifiche è emersa un’azione preventiva della pianta contro l’insorgenza di alcune forme tumorali come il cancro al colon. La pianta contiene una buona fonte di amidi, di proteine, di carboidrati, di fibre, di vitamine del gruppo B, di vitamina C, sali minerali (magnesio e potassio) acido ascorbico. La parte edibile della pianta è un tubero sodo dalla forma allugata, per poter consumare la radice di yucca è necessario sottoporla a cottura mentre non è possibile ingerirla cruda, basta farla bollire ed eliminare il filamento centrale fibroso. La yucca è simile nell’aspetto ad una comune patata, si tratta infatti di un vero e proprio alimento che possiede non solo delle proprietà nutritive ma anche delle virtù di tipo terapeutico. Continue reading

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