Tabagismo apparato cardiovascolare
La sindrome tossica dovuta all’uso costante e prolungato di tabacco definita tabagismo arreca diversi danni a carico di vai organi e tessuti del corpo, in particolare le zone maggiormente colpite risultano essere l’apparato cardiovascolare e l’apparto respiratorio. I danni prodotti dal fumo di tabacco sono da attribuire principalmente alla composizione chimica del tabacco dove si accumula un’alta concentrazione di nicotina, ma anche altre sostanze cancerogene, a cui si aggiungono nella fase gassosa composti tossici come l’ossido d’azoto ed il monossido di carbonio. Le sostanze tossiche alla base del tabacco sono nocive anche su altri distretti anatomici tra cui il tratto orofaringeo, il tratto digestivo compreso tra esofago e stomaco, l’apparato genitale, la pelle, il cuoio capelluto, il cervello, le ossa, la vescica, i reni, il pancreas, l’utero. Il fumo provoca gravi alterazioni per quanto riguarda la circolazione sanguigna, i danni a carico dell’apparato cardiovascolare possono provocare episodi di coronaropatia, si tratta di anomalie di tipo anatomico o funzionale delle arterie coronarie, cioè dei vasi sanguigni che portano sangue al muscolo; esiste un rapporto direttamente proporzionale tra il numero di sigarette fumate al giorno ed il rischio di malattia coronarica. I fumatori sono spesso vittime di altri disturbi quali: casi di ipertensione, livelli ridotti di ossigeno nel sangue, aterosclerosi, vasocostrizione, persistente, rischio di ictus, aneurisma cerebrale.
Aterosclerosi e tabagismo
Esiste una stretta relazione tra l’insorgenza dell’aterosclerosi e tabagismo in quanto la nicotina acutizza l’infiammazione cronica delle arterie, che costituisce una delle principali cause di attacchi cardiaci ed altre condizioni patologiche a livello cardiovascolare, ma l’aterosclerosi può sviluppare anche delle patologie correlate tra cui angina pectoris, infarto del miocardio, ictus, aneurismi, compromissioni della funzionalità renale, problemi alla retina, emorragie. Il fumo di sigaretta espone maggiormente il soggetto al rischio di aterosclerosi in quanto determina anche un aumento dei livello del colesterolo LDL mentre riduce le HDL, favorisce inoltre il processo di vasocostrizione delle arterie, innalza la concentrazione ematica di fibrinogeno e l’ematocrito che porta ad una maggiore viscosità ematica.