Trigliceridi altissimi: cosa fare
I trigliceridi non sono altro che un tipo di grasso presente nel sangue, utilizzato dal corpo come scorta di energia. Ma avere dei trigliceridi altissimi tuttavia, comporta una serie di rischi come infarti, ictus, pancreatite acuta.
Possono essere diverse le cause che originano tale problema, ossia: predisposizione genetica, vita sedentaria, scorretta alimentazione, obesità, abuso di alcolici, fumo, gravidanza, sindrome metabolica. In genere i trigliceridi non causano sintomi particolari. Ma se i valori tendono a superare i 500mg/dL, si possono manifestare dei forti dolori addominali. Mentre se il valore supera i 1000mg/dL, quindi in questo caso si parla di trigliceridi altissimi, esiste la possibilità di andare incontro ad una pancreatite acuta.
Cosa mangiare in caso di trigliceridi alti?
E’ necessario come prima regola apportare una modifica non solo all’alimentazione, ma anche allo stile di vita. Pertanto è fondamentale per chi è in sovrappeso ridurre il proprio peso corporeo. Infatti si potrà constatare che perdendo peso si hanno molte possibilità di ridurre i trigliceridi e riportarli ai valori normali. Molti esperti affermano che è meglio adottare dei rimedi naturali per ridurre i trigliceridi che assumere dei farmaci che alla lunga possono portare degli effetti collaterali.
Quindi è necessario, integrare nella propria dieta: carni bianche, limitare quelle rosse, inoltre si possono mangiare i formaggi preferibilmente quelli magri ma non più di 3 volte alla settimana se si hanno trigliceridi altissimi. Al posto del latte intero è opportuno usare quello scremato. Le fritture invece vanno completamente evitate almeno finchè i valori non ritorneranno alla norma. L’olio extravergine d’oliva invece, può essere utilizzato solo a crudo ma in quantità molto limitata.
Sono da limitare, ma meglio eliminare: gli alcolici poichè stimolano un’intensa produzione di trigliceridi da parte del fegato, anche le bevande zuccherate vanno limitate drasticamente perchè contengono molto zucchero e l’aumento di tale alimento si traduce in un apporto immediato di calorie che se non consumato entro breve termine si trasforma in trigliceridi.